7.3 Perché i social media pongono degli interrogativi in materia di diritto d’autore?

Ci sono numerosi fattori che possono influenzare e rendere complicata l’applicazione del diritto d’autore ai social media.

Una demarcazione non chiara tra autore, divulgatore e utilizzatore

Il funzionamento dei social media differisce per natura da quello dei media tradizionali. Infatti, nei media tradizionali vi è una chiara separazione tra chi fornisce le prestazioni (i registi o i redattori, per esempio) e chi ne fruisce, ossia il pubblico cui le opere sono destinate. Questa netta divisione dei ruoli non si ritrova nei media sociali, dove gli utenti possono essere di volta in volta autori, produttori o consumatori. Ognuno ha infatti la possibilità di creare contenuti propri, modificare contenuti altrui e decidere se condividerli con altri utenti (Consiglio federale, Base legale per i media sociali, Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Amherd 11.3912 del 29 settembre 2011, pag. 7).

 

Una difficile distinzione tra comunicazione privata e pubblica

Tradizionalmente, vi è una distinzione relativamente chiara tra comunicazione privata e comunicazione pubblica, a seconda della cerchia di destinatari. Una comunicazione privata avviene in una cerchia ristretta di destinatari che l’autore del messaggio conosce, mentre in una comunicazione pubblica l’autore del messaggio non ha nessun controllo sulla cerchia dei destinatari, per cui non può sapere chi riceverà la comunicazione. In passato, le differenze tra i mezzi di comunicazione erano relativamente nitide: difficilmente si poteva confondere uno scambio epistolare con un annuncio pubblico in un giornale (Consiglio federale, Base legale per i media sociali, Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Amherd 11.3912 del 29 settembre 2011, pag. 7).

La situazione cambia con l’avvento dei social media, dato che alcuni siti permettono agli utenti di passare con la massima facilità dalla comunicazione privata a quella pubblica sulla stessa piattaforma. Facebook, ad esempio, permette sia di pubblicare informazioni destinate a un pubblico che può essere relativamente ristretto o del tutto generalizzato, sia di utilizzare un canale di messaggistica privata in cui è l’utente a determinare la cerchia dei destinatari.

 

Difficoltà di controllo sui dati

I dati e i contenuti creati dagli utenti dei social media non vengono più archiviati in uno specifico luogo fisico, ma sui server di un fornitore di servizi terzo, con vantaggi in termini di flessibilità ed efficienza nell’utilizzo. Questa transizione implica spesso anche, da parte dell’utente, una certa perdita di controllo sui contenuti che lo riguardano, con particolare riferimento ai suoi dati personali (Consiglio federale, Base legale per i media sociali, Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Amherd 11.3912 del 29 settembre 2011, pag. 8). Non di rado questi dati vengono memorizzati in Paesi terzi da fornitori di servizi di hosting che molto spesso si trovano negli Stati Uniti: di conseguenza, alla luce delle condizioni generali di utilizzo, viene a prodursi un certo grado di incertezza su quali siano le norme giuridiche applicabili (Rebetez M., Internet, les réseaux sociaux et le droit d’auteur, pag. 22).